Controllo precoce per la lebbra dell’olivo

Il periodo migliore per verificare la presenza del fungo è quello primaverile
didascalia.

Mummie di lebbra, importanti fonte di inoculo per le infezioni estive e autunnali.

Data:Fri Apr 30 17:09:41 CEST 2021

Nella razionale gestione fitosanitaria degli oliveti, in particolare di quelli superintensivi, prima della fioritura è necessario valutare se intervenire con dei trattamenti fitoiatrici che altrimenti andranno rimandati a fasi successive. Negli impianti che nello scorso anno hanno subito attacchi diffusi di occhio di pavone (Spilocaea oleaginea), di piombatura (Mycocentrospora cladosporoides) o di lebbra (Gleosporium olivarum, G. clavatum) andrà effettuato un trattamento specifico per proteggere la nuova vegetazione, devitalizzando la carica di inoculo localizzata sulle foglie e i rametti infetti o sulle drupe mummificate. I prodotti a base di rame sono ad ampio spettro e quindi attivi anche su altre malattie tra cui la rogna batterica. Il rame, per la sua intrinseca fitotossicità, agevola la caduta delle foglie infette, soprattutto di quelle colpite da spilocea, più sensibili allo ione metallico il quale penetra più facilmente nel mesofillo fogliare attraverso le lesioni della cuticola provocate dal fungo. In alternativa ai composti rameici è sempre possibile l’uso della dodina, mancozeb, fenbuconazolo, pyraclostrobin o azoxitrobin+difenoconazolo che non hanno effetti fitotossici e possono essere applicati anche a ridosso della fioritura sia per proteggere la nuova vegetazione che per devitalizzare i conidi ancora presenti. Contro la lebbra dell’olivo è registrata una miscela a base di tebuconazolo+trifloxystrobin attiva anche contro il fungo responsabile dell’occhio di pavone.

Per abbattere la carica di inoculo negli oliveti attaccati da lebbra, più che i trattamenti invernali, sono utili quelli contro le infezioni latenti primaverili. In primavera, infatti, il fungo colonizza i residui fogliari, le olivine, i teneri rametti e le foglie e si mantiene in forma di micelio fino alle prime piogge autunnali, quando differenzia i conidi e diffonde l’infezione sulle drupe. Contro la lebbra, quindi, il periodo migliore per intervenire non è quello che precede la fioritura ma le fasi successive all’allegagione. Tra i prodotti specificamente registrati su olivo contro la lebbra sono da citare quelli a base di tebuconazolo+trifloxystrobin, mancozeb, pyraclostrobin ed il rame.

Durante le operazioni colturali in campo, prestare attenzione ad eventuali disseccamenti localizzati a parti della chioma. Le cause possono essere molteplici (scolitidi, cecidomie, rotture accidentali, ecc.) ma andranno verificate perché il rischio di diffusione dalla vicina Puglia del batterio tracheomicotico Xylella fastidiosa resta alto, soprattutto per la possibilità di introduzione accidentale della “sputacchina” (Philaenus spumarius), il più efficiente insetto vettore della batteriosi. Vista la pericolosità della malattia, è importante che gli agricoltori ed i tecnici prestino molta attenzione ai sintomi che la xylella può manifestare sugli olivi: disseccamenti rapidi di parti della chioma e imbrunimenti vascolari discendenti. Si ricorda che il batterio è un agente patogeno soggetto a lotta obbligatoria e, pertanto, i casi sospetti devo essere tempestivamente segnalati all’Ufficio fitosanitario regionale che potrà accertarne la causa, per proteggere il patrimonio olivicolo della nostra regione.

Agrifoglio n. 102 -  

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Autori
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