Focus

La rete dell’agrobiodiversità della Basilicata

Mediante la conservazione in situ e ex situ, è un autentico baluardo per preservare le risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario da estinzione o erosione genetica
didascalia.

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Data:Thu Dec 10 10:06:45 CET 2020

Anche se nessuna norma regionale, neppure la Legge regionale n. 26 del 1.12.2008 sulla biodiversità di interesse agricolo, abbia mai istituito la rete dell’agrobiodiversità della Basilicata, essa è di fatto nata nel corso degli ultimi 10 anni ad opera dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura (ALSIA).

Ai primi siti di conservazione di germoplasma autoctono di antichi fruttiferi realizzati presso alcune Aziende Sperimentali Dimostrative dell’ALSIA, infatti, l’Agenzia - a partire dal 2014 - ha censito, schedato ed iscritto all’Elenco dei siti di conservazione (art. 5 della LR 26/2008) i siti di antichi fruttiferi autoctoni gestiti direttamente dagli agricoltori custodi.

Collateralmente poi, accanto alla rete degli agricoltori custodi, sono nate le banche del germoplasma che custodiscono semi di molte varietà autoctone di interesse agrario a rischio di estinzione.

La Rete regionale, anche se mai istituita formalmente, svolge di fatto ogni attività diretta a preservare le risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali dal rischio di estinzione o di erosione genetica attraverso la loro conservazione in situ, ovvero nell’ambito di aziende agricole, o ex situ, presso le Aziende Sperimentali dell’ALSIA e presso le banche del germoplasma, nonché ad incentivarne la reintroduzione in coltivazione o altre forme di valorizzazione. Regista della rete regionale è di fatto l’ALSIA.

Al fine di garantire un uso durevole delle risorse genetiche tra i soggetti aderenti alla Rete è favorita la circolazione, senza scopo di lucro e nell’ambito locale di riferimento della risorsa genetica, di una modica quantità di materiale di riproduzione/moltiplicazione (semi, marze, gemme, talee etc.) volta al recupero, mantenimento e riproduzione di varietà e razze locali a rischio di estinzione e/o di erosione genetica iscritte al Repertorio regionale, ed oggi anche all’Anagrafe nazionale, e alla loro conservazione durevole, nel rispetto della normativa sanitaria e fitosanitaria vigente. È oramai tradizione che ogni anno nel mese di aprile presso i siti di conservazione in ambiente seminaturale di melo e di pero del Pollino (Prastio, campo Mauro etc.) si svolge lo scambio delle marze di molte varietà di fruttiferi antichi.

Nel frattempo la Legge 194 del 1.12.2015 ha istituito (art. 4) la rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare.

In coerenza con quanto previsto dalla legge nazionale, la rete regionale è costituita:

  • Dai Centri di conservazione ex situ e/o dalle Banche del germoplasma (CCES/BG);
  • Dagli agricoltori ed allevatori custodi (AAC) e dai loro siti di conservazione in situ;
  • Dalle Reti organizzate di agricoltori e/o allevatori che tutelano, salvaguardano e gestiscono la biodiversità agricola, di comprovata esperienza in materia;
  • Dagli Enti pubblici o privati senza scopo di lucro che svolgono attività di tutela e diffusione della biodiversità agraria.

I Centri di Conservazione ex situ

In Basilicata vi sono numerosi centri di conservazione ex situ, in particolare di fruttiferi antichi a rischio di estinzione, tutti posti presso le Aziende Sperimentali Dimostrative dell’ALSIA.

Specie

Pollino

Rotonda PZ

Bosco Galdo

Villa d’Agri PZ

Pantano

Pignola PZ

Incoronata

Melfi PZ

Pantanello

Metaponto MT

Albicocco

4

 

 

 

 

Ciliegio

33

 

 

 

 

Fico

 

 

 

 

26

Mandorlo

6

 

 

 

 

Melo

44

5

15

 

 

Percoco

2

 

 

 

 

Pero

42

 

20

 

 

Pesco

2

 

 

 

 

Nocciolo

4

 

 

 

 

Olivo

 

 

 

27

 

Susino

27

 

 

 

 

Vite

35

48

 

 

 

 

In questi siti di conservazione ogni varietà/popolazione/accessione è presente almeno con due individui. Buona parte di esse sono state caratterizzate bio-agronomicamente, e diverse anche geneticamente. Tutti i dati ad essi afferenti sono inseriti in un data base.

Per quanto riguarda le banche del germoplasma, in Basilicata ne sono presenti solo due:

  • La banca dei cereali e delle lenticchie dell’UNIBAS;
  • La Banca dei semi antichi della Basilicata “Franco Sassone”.

La Banca del germoplasma dei semi antichi della Basilicata “Franco Sassone” è stata istituita nel 2017, ed inaugurata in occasione della X Giornata regionale della biodiversità agricola ed alimentare. Essa è posta presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa “Pollino” di Rotonda, ed è costituita da un laboratorio per la lavorazione dei semi da conservare e da una batteria di frigoriferi a -20°C.

Il materiale attualmente conservato è stato reperito sul territorio regionale attraverso diverse azioni svolte dai tecnici del Centro Sperimentale “Pollino” di Rotonda, in particolar modo attraverso la campagna di mappatura con il sistema eco-geografico effettuata nel 2015-2016 ed attraverso raccolte spot su segnalazione.

È da segnalare inoltre che il censimento svolto nell’area sud della Basilicata da parte dell’ALSIA con il metodo eco-geografico ha permesso di individuare numerose specie di interesse agricolo ed alimentare nel settore orticolo, frutticolo e cerealicolo presenti in quell’area, di georeferenziarle, e di elaborare mappe per valutarne l’erosione genetica.

Attualmente la Banca del germoplasma conserva circa 250 accessioni provenienti da tutto il territorio regionale. Una copia di tutto questo materiale viene trasferita annualmente alla Banca del Germoplasma dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale della Ricerca di Bari (CNR IBBR), per garantire un’ulteriore sicurezza rispetto ad eventuali problemi di conservazione.

La Banca dispone di adeguate attrezzature per gestire tutto il processo di studio, preparazione e conservazione del seme. Le modalità di conservazione dei campioni a lunga conservazione attorno a -20°, rispettano tutte le procedure standard previste per il lungo stoccaggio dei semi.

La registrazione del materiale avviene secondo un protocollo codificato da tutti i centri internazionali di conservazione; ogni accessione viene etichettata con un numero progressivo, ad ogni numero corrisponde un archivio dati ed un fascicolo di informazioni. Questi dati riguardano una serie di informazioni base per definire l’accessione conservata (agricoltore custode, provenienza, sito di raccolta, data di raccolta, coordinate satellitari, germinabilità, ecc).

Gran parte del materiale conservato presso la Banca F. Sassone è stato caratterizzato dal punto di vista bio-agronomico presso il Centro Sperimentale di Rotonda, secondo le linee guide approvate dal Ministero delle Politiche Agricole. Per alcune accessioni è stata eseguita anche la caratterizzazione genetica, allo scopo di rilevarne le differenze (poliformismi) o meno, in regioni omologhe tra individui diversi appartenenti alla medesima specie.

Gli Agricoltori ed Allevatori custodi (AAC)

La LR 26/2008 non prevede la figura dell’agricoltore e dell’allevatore custode, al contrario di quanto previsto dalla legge 194/2015. Essa invece prevede l’Elenco dei siti di conservazione (art. 5). Per sopperire a questa carenza legislativa, l’ALSIA ha fatto iscrivere indirettamente gli agricoltori custodi negli elenchi regionali dei siti di conservazione. In pratica l’Agenzia ha prima individuato gli agricoltori custodi, ha poi censito e georeferenziato le accessioni presenti nel sito, ha redatto un dossier sul sito, ed infine ha fatto avanzare domanda di iscrizione all’Elenco regionale dei siti di conservazione previsto dall’art. 5 della LR 26/2008 ed istituito dalla DGR 344/2014.

Ad oggi sono iscritti all’Elenco dei siti di conservazione 40 siti, quindi agricoltori custodi, mentre altri 11 sono in corso di registrazione.

Le Reti organizzate di agricoltori e/o allevatori

In Basilicata non esiste una rete degli allevatori custodi, mentre è invece presente una importante rete di agricoltori custodi. Questa è organizzata nell’Associazione Vavilov che vanta oltre una ottantina di soci, per la maggior parte agricoltori custodi.

L’Associazione Vavilov rappresenta gli agricoltori custodi soprattutto dell’area sud della Basilicata, e per conto di essi promuove la cultura della biodiversità di interesse agricolo, organizza numerose attività di interesse degli associati, quali corsi di formazione, partecipa a progetti di tutela e di valorizzazione.

Gli Enti pubblici o privati senza scopo di lucro

Fanno ancora parte della Rete della biodiversità gli Enti pubblici o privati senza scopo di lucro che svolgono attività di tutela e diffusione della biodiversità agraria. Tra questi in Basilicata sono da annoverare:

  • l’Agenzia Lucana di Sviluppo ed Innovazione in Agricoltura (ALSIA);
  • l’Università degli Studi della Basilicata (UNIBAS);
  • l’Istituto della Zootecnia e dell’Acquacoltura del Consiglio Nazionale della Ricerca ed dell’Economia Agraria (CREA ZA) di Bella;
  • l’Associazione Regionale Allevatori della Basilicata (ARAB);

In particolare l’ALSIA è delegata dalla legge regionale 9/2015 ad esercitare le competenze regionali in materia di tutela delle risorse genetiche vegetali di interesse agricolo (LR 26/2008) mediante:

  • la tenuta del registro regionale;
  • la gestione delle banche dati;
  • il coordinamento delle commissioni tecnico-scientifiche;
  • l’individuazione dei siti di conservazione nelle aziende sperimentali e in ambienti seminaturali;
  • la redazione del programma di intervento.

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Agrifoglio n. 100 -  

Temi
Biodiversità
Autori
Pietro Zienna

Funzionario Alsia

Domenico Cerbino

Funzionario Alsia

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
Il Comitato Unico di Garanzia dell' ALSIA