"Il fenomeno esiste, ma l'Alsia ha già al suo attivo numerosi servizi per ridurne l'impatto". Emanuele Scalcione, responsabile del Servizio agrometeorologico lucano dell'Alsia commenta così i dati diffusi in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione, diffusi dal Sistema Nazionale per la protezione dell'ambiente. Secondo l'organismo infatti la Basilicata, insieme a  Sicilia e Molise è una delle regioni più vulnerabili con il 24,4% della sua superficie colpita. 
Contrastare un fenomeno che è sempre più attuale e diffuso è fondamentale, come conferma Emanuele Scalcione che illustra i servizi messi a disposizione. "Oltre alle misure previste dal Psr 2020, le nostre azioni si concentrano sull'uso razionale dell' irrigazione in agricoltura attraverso Irriframe (sistema di supporto alle decisioni) per il corretto utilizzo  dell’acqua in agricoltura, ma anche sui bollettini fitosanitari per la riduzione dell'uso di pesticidi,  grazie alla produzione integrata". Il sostegno al lavoro del settore agricolo è garantito anche da altri strumenti che Scalcione individua nell'assistenza tecnica al passaggio al biologico e nella "Incentivazione a ridurre le lavorazioni dei terreni  con l’inerbimento controllato nei frutteti, no-tillage o minum tillage per i cereali in particolare (ovvero non lavorazione o lavorazione superficiale dei terreni)". Una ulteriore opportunità, infine, è offerta dal monitoraggio agroemeteorologico e dallo studio dei fenomeni climatici e a  livello regionale. Necessario è intervenire sui bassi livelli di sostanza organica presenti nei suoli agricoli che contribuiscono a degradarlo. E'  necessario attuare una serie di misure in particolare nei terreni ortofrutticoli: dalla riduzione delle lavorazioni per un’agricoltura conservativa alla corretta gestione dei residui di potatura, interrandoli piuttosto  che allontanarli dal frutteto e bruciarli. Utile è poi privilegiare le concimazioni organiche (compost e letame). Si tratta, conslude Scalcione di "Conoscenze e  informazioni che permetterebbero un miglioramento dei suoli agricoli sia dal punto di vista strutturale che microbiologico, si tratta però di incentivare e favorire la diffusione di questi principi anche economicamente, in quanto spesso sono “lontane” dalle tecniche agricole in uso e i risultati che si ottengono sono solo nel lungo periodo".